Cento anni senza Michael Collins

Avvenire, 21 agosto 2022

L’imboscata avvenne nella tarda serata del 22 agosto 1922, nel cuore più profondo della contea di Cork, Irlanda meridionale. Il convoglio sul quale stava viaggiando il generale Michael Collins, comandante in capo dell’esercito irlandese, trovò la strada bloccata e fu costretto a fermarsi, diventando un facile bersaglio per i cecchini appostati sulle alture. Il silenzio che circondava la ripida gola di Béal na mBláth fu rotto all’improvviso da una pioggia di spari. Collins fu colpito più volte e morì quella notte stessa, assassinato – proprio come Gandhi – dal fuoco dei suoi connazionali, da uomini che fino a poco tempo prima l’avevano osannato come un leader e un eroe nazionale. Continua a leggere “Cento anni senza Michael Collins”

1921, le due Irlande: una ferita lunga un secolo

Avvenire, 2 dicembre 2021

“Un grande scarabocchio sulla mappa dell’Irlanda”: così, negli anni ‘70, il poeta di Belfast Patrick Williams definì eloquentemente quel confine schizofrenico che cento anni fa, nel 1921, spaccò l’isola in due parti. Fu la soluzione individuata da Londra per cercare di porre fine ad anni di guerre anti-coloniali e per salvare l’ultimo brandello di un impero giunto al crepuscolo ma proprio com’era già successo in Palestina e sarebbe accaduto di lì a poco anche in India, le divisioni imposte dagli inglesi avrebbero incancrenito – non risolto – i problemi di quei territori. La spartizione dell’Irlanda fu il preludio di nuovi conflitti, poiché fin dalla sua nascita lo stato dell’Irlanda del Nord fu incentrato sulla pesante discriminazione della minoranza cattolica. Continua a leggere “1921, le due Irlande: una ferita lunga un secolo”

Irlanda 1916, verso un centenario senza memoria?

Dopo anni di dibattiti il governo di Dublino ha finalmente lanciato le grandi celebrazioni che si terranno nel 2016 per il centenario della Rivolta di Pasqua, l’evento fondativo della Repubblica irlandese. Ma le linee guida del programma che sono state presentate giorni fa hanno scatenato l’ira dei familiari dei caduti e di chi ritiene che un tema così importante per l’identità nazionale non possa essere liquidato come l’ennesimo spot promozionale dell’“isola verde” allo scopo di attrarre turisti in anni di vacche assai magre per l’economia del paese.
Il malumore stava montando da almeno un anno, da quando è stata ufficializzata la presenza della famiglia reale inglese alle celebrazioni che si terranno tra un anno e mezzo. Una presenza che dovrebbe suggellare il processo di riconciliazione ma che molti irlandesi ritengono inopportuna, se non addirittura controproducente. La settimana scorsa è stato reso pubblico un video promozionale dal titolo Ireland Inspires 2016 che sintetizza gli ultimi cento anni di storia irlandese in un minuto e mezzo di immagini accattivanti ma ‘dimentica’ di menzionare i firmatari della dichiarazione di Pasqua del 1916, i leader della rivolta che furono mandati al patibolo dagli inglesi. Eppure, non sarà celebrato proprio il centenario di quello storico evento? Sarebbe come se in Italia organizzassimo un anniversario della Liberazione senza citare i partigiani, o dell’Unità d’Italia senza ricordare Garibaldi. Stavolta l’Irlanda è dunque riuscita nella non facile impresa di essere un paese ancora più ‘smemorato’ dell’Italia. Il problema è sempre lo stesso: quando l’Irlanda prova a fare i conti con il suo recente passato, a prevalere è sempre la sudditanza psicologica nei confronti dell’Inghilterra, peraltro accentuata da una dipendenza economico-commerciale che non è mai venuta meno.
Resisi conto del clamoroso autogol, gli organizzatori hanno cercato di correre ai ripari modificando il video: hanno inserito un lungo fotogramma della famosa Easter Declaration sullo sfondo delle rovine dell’edificio delle Poste centrali di Dublino, il simbolo della rivolta. Troppo poco per risolvere il problema, poiché nel video continuano a far bella mostra di sé la regina Elisabetta e David Cameron, il reverendo Ian Paisley e i musicisti Bono e Bob Geldof, ma continuano drammaticamente a mancare all’appello Patrick Pearse, James Connolly e tutti gli altri padri della Repubblica. Figure a quanto pare ancora assai scomode per gli attuali partiti di governo (ma Michael Collins non è forse il padre putativo del principale di questi, il Fine Gael?).

Come se non bastasse, si è scoperto poi che i testi in gaelico pubblicati sul sito ufficiale Ireland 2016 (tra cui un estratto della Dichiarazione di Pasqua) erano stati tradotti da Google Translate e risultano di conseguenza carichi di errori grammaticali e di punteggiatura. Un’ennesima mancanza di rispetto nei confronti dei martiri del 1916, che avevano fatto della riscoperta del gaelico uno dei capisaldi delle loro lotte. Ce n’era a sufficienza per scatenare durissime proteste dei familiari dei caduti del 1916, le cui associazioni si stanno già organizzando per boicottare le celebrazioni ufficiali e realizzare un programma alternativo, visto che il governo ha dimostrato – come hanno detto loro – “di non essere disposto a impegnarsi in modo significativo”.
RM

Glasnevin: antologia irlandese

Reportage dal cimitero monumentale di Dublino, uscito oggi su Avvenire

La galleria fotografica

I fiori sulla tomba di Michael Collins li cambiano tutti i sabati mattina. Un gruppo di volontari, talvolta molto giovani, si presenta puntualmente ogni settimana e porta i mazzi freschi per onorare la memoria del grande patriota ucciso, come Gandhi, dalla sua stessa gente. Una croce di pietra alta cinque metri con un’iscrizione in gaelico ricorda colui che combatté gli inglesi nella guerra d’indipendenza conclusa novant’anni fa con la sua morte e con la nascita dello stato irlandese. Il monumento si trova a pochi passi dal cortile d’ingresso del cimitero di Glasnevin, alla periferia settentrionale di Dublino: cinquantadue ettari colmi di lapidi e di alberi secolari che raccontano gli ultimi due secoli di storia dell’Irlanda e che non potevano non riservare a Collins un posto di spicco tra i grandi della nazione. Nell’ultimo anno, grazie a un corposo piano di riqualificazione finanziato dallo Stato, Glasnevin è diventato un’attrazione per il turismo culturale che attrae decine di migliaia di visitatori. Un avveniristico edificio di tre piani costruito nel cortile d’ingresso ospita un museo che si è appena aggiudicato il primo premio al Museum and Heritage Awards for Excellence di Londra, battendo la concorrenza del Kennedy Space Center della Nasa e del museo di arte islamica del Cairo. Continua a leggere “Glasnevin: antologia irlandese”