A Gaza un genocidio sotto i nostri occhi


Il 28 ottobre 2023, Craig Mokhiber, già direttore dell’Ufficio di New York dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani presso le Nazioni Unite, si è dimesso dal suo incarico. Nella lettera riportata integralmente qui sotto, l’alto funzionario Onu spiega le ragioni del suo addio. Ripresa da importanti testate della stampa anglosassone come il Washington Post o The Guardian, ma quasi del tutto ignorata dai principali media italiani.


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La pagina nera della Georgetown

Avvenire, 6 novembre 2023


Il sacrificio della famiglia Mahoney si consumò in un cupo giorno d’autunno del 1838. Al molo della città di Alexandria, in Virginia, centinaia di persone furono caricate con la forza sull’enorme nave di schiavi Katherine Jackson diretta a New Orleans, nel profondo sud. Uomini e donne di tutte le età allontanati dai loro cari e venduti come oggetti, tra le grida dei bambini strappati dalle braccia delle loro madri. Anny Mahoney vide il suo mondo andare in pezzi per sempre, la sorella e i due figli, Arnold Jr. e Louisa, destinati alle lontane piantagioni di cotone della Louisiana.
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L’anima della Grecia si innalza su Skiathos

Avvenire, 29 settembre 2023


È passato quasi un secolo da quando un giovane poeta greco approdò per la prima volta nell’allora remota e quasi sconosciuta isola di Skiathos, la più piccola dell’arcipelago delle Sporadi, affacciato sul mar Egeo. Fece amicizia con i pescatori e con i maestri d’ascia dei cantieri navali, restando ammaliato dalla bellezza e dalla semplicità di un paesaggio che avrebbe segnato profondamente la sua opera. Quel poeta si chiamava Giorgos Seferis e nel 1963, molti anni dopo quella visita, si sarebbe aggiudicato il premio Nobel per la letteratura. Oggi però stenterebbe forse a riconoscerla quell’isola, poiché nel frattempo le rotte aeree low cost l’hanno trasformata in una delle mete del turismo marittimo europeo e gran parte dei visitatori non sanno quanto sia ricca di storia e di spiritualità.
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L’ex casco blu olandese al memoriale di Srebrenica: “chiedo perdono”

Avvenire, 18 settembre 2023


Quando il memoriale del genocidio di Srebrenica fu inaugurato da Bill Clinton, il 20 settembre 2003, l’auspicio era che favorisse la costruzione di una memoria condivisa e incoraggiasse il ritorno dei bosniaci musulmani nei luoghi da dove erano stati scacciati dopo una feroce pulizia etnica. Ma a distanza di vent’anni non restano altro che speranze tradite, memorie vilipese e sensi di colpa. La più terribile tragedia europea dai tempi dell’Olocausto avvenne proprio qua, lungo la valle della Drina, le cui acque segnano il confine tra la Bosnia e la Serbia.
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Bosnia, una legge per le vittime degli stupri di guerra

Avvenire, 30 agosto 2023


Ci sono voluti anni di battaglie legali, di petizioni e iniziative di protesta. Oltre alla caparbietà di chi non si è mai voluto arrendere di fronte a una colossale ingiustizia. Alla fine, però, i “figli dimenticati” della guerra di Bosnia hanno vinto: sono riusciti a farsi riconoscere come categoria sociale e giuridica, a far valere i loro diritti, forse persino a tracciare un percorso replicabile in altre parti del mondo. Trent’anni dopo la guerra che sconvolse i Balcani, la nuova legge approvata dal parlamento della Federazione di Bosnia-Erzegovina riconosce per la prima volta i bambini nati dagli stupri e le donne che subirono violenza come vittime civili di guerra, offrendo loro la possibilità di scegliere tra una pensione di invalidità e un assegno mensile di assistenza.
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Addio a Marko Vešović, il poeta resistente

Avvenire, 19 agosto 2023


Se n’è andato ieri all’età di 78 anni Marko Vesovic, uno degli ultimi grandi intellettuali dell’ex Jugoslavia, il poeta che combatté con i versi per difendere l’anima di Sarajevo di fronte al feroce assedio degli anni ‘90. Durante la guerra avrebbe potuto lasciare la città ma scelse di non andarsene e di continuare a stare dalla parte delle vittime, perché la sua presenza e la sua scrittura infondevano coraggio e speranza ai sarajevesi. Per anni era stato docente di estetica all’università, editorialista e critico dei principali quotidiani bosniaci e montenegrini, autore di una trentina di libri in poesia e prosa.
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La nuova rispettabilità dei produttori di armi

Avvenire, 9 luglio 2023


Sembra trascorso un secolo da quando il parlamento italiano, anche in seguito alle pressioni della Rete italiana pace e disarmo, bloccava definitivamente l’esportazione in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti di circa ventimila bombe prodotte dalla Rwm Italia di Domusnovas, nel sud della Sardegna. Eppure accadde appena due anni fa, nel 2021. Poi qualcosa è cambiato, e una deriva etica favorita dal ritorno della guerra in Europa sta diffondendo sempre più la percezione che esistano armi “buone”. Che produrle ed esportarle verso paesi responsabili di massacri e crisi umanitarie sia un business come un altro. Continua a leggere “La nuova rispettabilità dei produttori di armi”

La Germania ha storicizzato la Resistenza. L’Italia no

Avvenire, 3 giugno 2023


(da Berlino)
Quello che Primo Levi definì “il libro più importante sulla resistenza tedesca al nazismo” fu scritto in una casa al numero 19 dell’odierna Rudolf-Ditzen-Weg, nel quartiere berlinese di Pankow. Lì abitava Hans Fallada, il massimo esponente del neorealismo tedesco che nel 1947 dette alle stampe il suo capolavoro, Ognuno muore solo, un ritratto agghiacciante della Germania sotto il nazismo. Alcolizzato, più volte incarcerato e rinchiuso in istituti psichiatrici, Fallada lo ultimò in meno di un mese, poco prima di morire. La sua casa si trova nel cuore del famigerato Majakowskiring, la strada a forma di ellisse in cui fino a non molti anni fa sarebbe stato quasi impossibile addentrarsi, poiché soltanto chi era in possesso di un permesso speciale era autorizzato ad entrare.
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Georgofili, il dolore è ancora vivo

Avvenire, 27 maggio 2023


Da quella notte di trent’anni fa, in cui perse gran parte della sua famiglia, non c’è stato un giorno in cui Luigi Dainelli non abbia ripensato alle sue nipotine Nadia, 9 anni, e Caterina, appena 50 giorni. Furono inghiottite entrambe dal crollo della Torre dei Pulci insieme ai loro genitori, il padre Fabrizio Nencioni e la madre Angela Fiume, custode dell’Accademia dei Georgofili. L’autobomba che Cosa Nostra fece esplodere il 27 maggio 1993 a due passi dalla Galleria degli Uffizi li uccise tutti sul colpo insieme a Dario Capolicchio, 22enne studente universitario fuori sede che viveva nel palazzo di fronte. Altre quarantotto persone rimasero ferite.
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