Serbia, la piazza dei giovani in cerca di futuro

Avvenire, 12 marzo 2025


In Serbia soffia forte il vento del cambiamento ma Bruxelles stenta a prendere posizione sulle gigantesche proteste di piazza che da mesi stanno facendo traballare il regime di Aleksandar Vucic. Eppure, le istanze di quella che è stata definita la “primavera serba” dovrebbero essere del tutto condivisibili dall’Unione Europea: giustizia, democrazia e fine della corruzione in un sistema dai chiari tratti autocratici, sul quale le Ong per i diritti umani e gli organismi di monitoraggio della libertà di espressione lanciano da tempo forti segnali d’allarme. Dal novembre scorso a Belgrado, in piazza Slavija, si tengono raduni più imponenti di quelli che un quarto di secolo fa portarono alla cacciata di Slobodan Milosevic dopo le guerre balcaniche. Continua a leggere “Serbia, la piazza dei giovani in cerca di futuro”

Il libro nero dell’Impero britannico

Avvenire, 25 febbraio 2025


Alcuni anni fa, in un corposo saggio intitolato Imperial Reckoning che le valse il premio Pulitzer, la storica statunitense di Harvard Caroline Elkins riuscì a infrangere il “codice del silenzio” che aveva impedito, fino ad allora, di far luce su una delle vicende più sanguinose nella storia recente dell’Impero britannico: la feroce repressione dei Mau Mau in Kenya, ovvero l’eccidio, l’internamento e la tortura di migliaia di guerriglieri keniani insorti in una delle tante guerriglie di liberazione dal colonialismo europeo alla metà del XX secolo. Con quello studio, Elkins aveva spaccato in due il mondo accademico britannico: mentre alcuni la lodarono per il coraggio, altri misero addirittura in dubbio l’attendibilità di molte delle testimonianze orali citate nel libro. Ma di lì a poco il suo saggio divenne il principale elemento probatorio sul quale ruotava la richiesta di risarcimento milionaria presentata al governo britannico da un gruppo di reduci. Continua a leggere “Il libro nero dell’Impero britannico”

Il reverendo Isaac: “a Gaza si decide il futuro dell’umanità”

Avvenire, 16 febbraio 2025


“Mi angoscia molto vedere che la maggior parte dei leader religiosi e degli organismi ecclesiali non riesca ancora a usare la parola genocidio per Gaza. Dopo i massacri quotidiani che Israele ha compiuto in quindici mesi di quali altre prove hanno bisogno? Se le chiese continueranno a ignorare o a minimizzare quello che sta accadendo passeranno alla storia come negazioniste del genocidio. In Cisgiordania, inoltre, è in corso una pulizia etnica che sta mettendo seriamente a rischio anche la presenza di noi cristiani”. Suonano come un monito e un grido d’allarme le parole del reverendo Munther Isaac, teologo e pastore della Chiesa evangelica luterana di Betlemme nonché preside del Betlehem Bible College, che nei prossimi giorni sarà in Italia con una delegazione di Kairos Palestina, il principale movimento nonviolento cristiano-palestinese, per una serie di incontri con le istituzioni civili e religiose. Continua a leggere “Il reverendo Isaac: “a Gaza si decide il futuro dell’umanità””

Il dramma delle donne di Auschwitz

Avvenire, 17 gennaio 2025


Il veleno di Auschwitz era a rilascio lento, e una volta inoculato era capace di uccidere le sue vittime anche molto tempo dopo. Tra i sopravvissuti c’è chi si è tolto la vita o ha perso la ragione. Ma anche chi trovò la forza per ricominciare a vivere fu a volte tradito dal proprio fisico distrutto. Per molte donne deportate nei campi di concentramento il prezzo della sopravvivenza fu la sterilizzazione. Oltre alle indicibili violenze, alle privazioni e alle umiliazioni molte di esse furono costrette a subire mostruosi esperimenti medici che avrebbero segnato i loro corpi per sempre. Continua a leggere “Il dramma delle donne di Auschwitz”

Leonard Peltier libero dopo 49 anni

Gianni Sartori


Questione di pochi minuti e Leonard sarebbe rimasto a crepare in carcere. Poco prima dell’investitura di Donald Trump, Joe Biden ha compiuto una scelta se non esemplare per lo meno dignitosa. Commutando la pena all’ergastolo per l’ottantenne ex dirigente dell’AIM (American Indian Movement) e consentendogli gli arresti domiciliari.
Afflitto da seri problemi di salute, per quanto non graziato, dopo 49 anni di carcere almeno potrà trascorrere il tempo che gli resta fuori dalle mura del carcere. Continua a leggere “Leonard Peltier libero dopo 49 anni”

Hemon: “Trump è stato eletto per punire gli immigrati come me”

Avvenire (inserto Gutenberg), 10 gennaio 2025


“Essere sfollati cambia il modo in cui si concepisce la memoria di noi stessi, la lingua, la casa, la nostra visione del mondo. È un cambiamento irreversibile che non coincide, però, con la perdita dell’identità”. Aleksandar Hemon ha mescolato spesso il suo vissuto ai suoi romanzi: nato a Sarajevo in una famiglia di origini ucraine, quando nel 1992 scoppiò la guerra in Bosnia si trovava negli Stati Uniti per motivi di studio e divenne immediatamente uno sfollato. Si stabilì a Chicago e cominciò a fare fortuna nel mondo della letteratura. Continua a leggere “Hemon: “Trump è stato eletto per punire gli immigrati come me””

Per capire il dramma di Gaza


“L’ultima fase del colonialismo sionista”: è questo il titolo del dossier dell’ultimo numero di La causa dei popoli, una rivista che da anni si occupa dei problemi delle minoranze, dei popoli indigeni e delle nazioni senza stato con rigore scientifico e grande attenzione all’attualità. Questo numero offre un importante contributo alla comprensione e all’approfondimento di una questione, quale quella israelo-palestinese, che è tornata drammaticamente alla ribalta dopo il 7 ottobre 2023 ma viene oggi più che mai travisata, censurata se non addirittura silenziata dai principali organi di stampa. Si tratta di un dossier – come spiega il direttore della rivista, Alessandro Michelucci – senz’altro schierato ma non manicheo, che rivendica per questo il diritto di parlare di una vicenda spesso messa a tacere con la comoda accusa dell’antisemitismo. Continua a leggere “Per capire il dramma di Gaza”

Il Belgio riconosciuto colpevole di crimini contro l’umanità in epoca coloniale


Ci sono voluti più di settant’anni, ma alla fine il Belgio ha subito la prima condanna per i crimini contro l’umanità commessi in epoca coloniale. La sentenza, pronunciata lunedì scorso dalla Corte d’appello di Bruxelles, è destinata a passare alla storia e potrebbe costituire un precedente significativo anche per le altre ex potenze coloniali europee, responsabili del feroce sfruttamento del continente africano. Al centro del caso ci sono cinque donne oggi settantenni originarie del Congo belga, Monique Bitu Bingi, Léa Tavares Mujinga, Noëlle Verbeken, Simone Ngalula e Marie-Jose Loshi.
I giudici hanno condannato lo stato belga a risarcirle e a pagare un milione di euro di spese legali stabilendo che negli anni ‘40 furono vittime di “rapimento sistematico” e “segregazione”. Continua a leggere “Il Belgio riconosciuto colpevole di crimini contro l’umanità in epoca coloniale”

In Bosnia la guerra per la verità non è mai finita

Avvenire, 27 novembre 2024


Non sono bastate le sentenze di due tribunali delle Nazioni Unite – la Corte Internazionale di Giustizia e il Tribunale Penale dell’Aja – per convincere una parte dell’opinione pubblica, in Bosnia e in Serbia, che il massacro di uomini e ragazzi compiuto dai serbo-bosniaci nel luglio 1995 a Srebrenica è stato un genocidio. Per fermare il negazionismo non è servita neanche una legge varata nel 2021 dall’Alto Rappresentante della comunità internazionale che ha proibito la negazione del genocidio e l’esaltazione dei criminali di guerra. Al contrario, quel provvedimento ha scatenato lunghe proteste che sono state rinfocolate da una recente risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha istituito l’11 luglio come giornata di riflessione e commemorazione sull’ultimo genocidio europeo. Continua a leggere “In Bosnia la guerra per la verità non è mai finita”