Irlanda 1916, verso un centenario senza memoria?

Dopo anni di dibattiti il governo di Dublino ha finalmente lanciato le grandi celebrazioni che si terranno nel 2016 per il centenario della Rivolta di Pasqua, l’evento fondativo della Repubblica irlandese. Ma le linee guida del programma che sono state presentate giorni fa hanno scatenato l’ira dei familiari dei caduti e di chi ritiene che un tema così importante per l’identità nazionale non possa essere liquidato come l’ennesimo spot promozionale dell’“isola verde” allo scopo di attrarre turisti in anni di vacche assai magre per l’economia del paese.
Il malumore stava montando da almeno un anno, da quando è stata ufficializzata la presenza della famiglia reale inglese alle celebrazioni che si terranno tra un anno e mezzo. Una presenza che dovrebbe suggellare il processo di riconciliazione ma che molti irlandesi ritengono inopportuna, se non addirittura controproducente. La settimana scorsa è stato reso pubblico un video promozionale dal titolo Ireland Inspires 2016 che sintetizza gli ultimi cento anni di storia irlandese in un minuto e mezzo di immagini accattivanti ma ‘dimentica’ di menzionare i firmatari della dichiarazione di Pasqua del 1916, i leader della rivolta che furono mandati al patibolo dagli inglesi. Eppure, non sarà celebrato proprio il centenario di quello storico evento? Sarebbe come se in Italia organizzassimo un anniversario della Liberazione senza citare i partigiani, o dell’Unità d’Italia senza ricordare Garibaldi. Stavolta l’Irlanda è dunque riuscita nella non facile impresa di essere un paese ancora più ‘smemorato’ dell’Italia. Il problema è sempre lo stesso: quando l’Irlanda prova a fare i conti con il suo recente passato, a prevalere è sempre la sudditanza psicologica nei confronti dell’Inghilterra, peraltro accentuata da una dipendenza economico-commerciale che non è mai venuta meno.
Resisi conto del clamoroso autogol, gli organizzatori hanno cercato di correre ai ripari modificando il video: hanno inserito un lungo fotogramma della famosa Easter Declaration sullo sfondo delle rovine dell’edificio delle Poste centrali di Dublino, il simbolo della rivolta. Troppo poco per risolvere il problema, poiché nel video continuano a far bella mostra di sé la regina Elisabetta e David Cameron, il reverendo Ian Paisley e i musicisti Bono e Bob Geldof, ma continuano drammaticamente a mancare all’appello Patrick Pearse, James Connolly e tutti gli altri padri della Repubblica. Figure a quanto pare ancora assai scomode per gli attuali partiti di governo (ma Michael Collins non è forse il padre putativo del principale di questi, il Fine Gael?).

Come se non bastasse, si è scoperto poi che i testi in gaelico pubblicati sul sito ufficiale Ireland 2016 (tra cui un estratto della Dichiarazione di Pasqua) erano stati tradotti da Google Translate e risultano di conseguenza carichi di errori grammaticali e di punteggiatura. Un’ennesima mancanza di rispetto nei confronti dei martiri del 1916, che avevano fatto della riscoperta del gaelico uno dei capisaldi delle loro lotte. Ce n’era a sufficienza per scatenare durissime proteste dei familiari dei caduti del 1916, le cui associazioni si stanno già organizzando per boicottare le celebrazioni ufficiali e realizzare un programma alternativo, visto che il governo ha dimostrato – come hanno detto loro – “di non essere disposto a impegnarsi in modo significativo”.
RM

L’Irlanda unita? “Forse già nel 2014”

mcguinnessLa riunificazione dell’Irlanda potrebbe diventare realtà nel 2014. E’ quanto  ha affermato ieri Martin McGuinness, ex membro di spicco della Brigata dell’I.R.A. di Derry negli anni ’70 e attuale vice primo ministro dell’Irlanda del Nord criticato da molti suoi ex compagni. “Stiamo lavorando per raggiungere quest’obiettivo nell’arco dei prossimi cinque anni”, ha detto a Belfast durante la presentazione di un’opera artistica commemorativa della Rivolta di Pasqua del 1916. Finora il più ottimista nei confronti della riunificazione del paese era stato il suo compagno di partito Gerry Adams, il quale da tempo ipotizza come scadenza il 2016, giusto in tempo per il centenario dell’insurrezione di Pasqua, momento  storico cruciale del repubblicanesimo irlandese contemporaneo. “Purtroppo – ha spiegato McGuinness – oggi l’Irlanda non ha ancora raggiunto gli ideali espressi dalla Dichiarazione del 1916. Abbiamo ancora molto lavoro da fare in questo senso ma questa continua a essere una fonte d’ispirazione per noi e per coloro che amano la libertà in tutto il mondo”. “La creazione di un governo con gli unionisti –  ha aggiunto – è parte della strategia del Sinn Fein per riunificare l’isola. I leader della rivolta di Pasqua avrebbero senz’ltro voluto vedere la nascita di istituzioni congiunte tra le due parti dell’Irlanda come il consiglio interministeriale”.
Certo McGuinness non ha scelto un momento a caso per pronunciare parole che suonano come una promessa e come un invito alla calma nei confronti di molti suoi ex compagni di lotta. Da tempo oggetto di critiche feroci da parte dei dissidenti repubblicani contrari all’Accordo del 1998, il vice primo ministro è stato oggi anche minacciato di morte in un comunicato della Real Ira.