S. Anna di Stazzema offesa dalla giustizia tedesca

di Franco Giustolisi*

La procura di Stoccarda sapete cosa ha fatto? Si è presa la briga di assolvere gli assassini di 560 nostri concittadini, gente normale, non partigiani, uccisi il 12 agosto del 1944 a Sant’Anna di Stazzema, borgata solitaria sulle Alpi Apuane. Tra loro anche Anna Pardini che aveva sì e no un paio di settimane di vita. Solo in Toscana, la regione più colpita, le località prese d’assalto dai nazifascisti furono 83. L’altro ieri, sabato, ho scoperto che sono per lo meno 84, perché anche l’eccidio del Mulinaccio, ad Arezzo, non era compreso, come tanti altri del resto, per quello che ho definito l’armadio della vergogna. In quell’armadio, nascosto nella sede della procura generale militare di Roma in via dell’Acqua sparta, ricordo, per chi ancora non lo sa, che erano custoditi, o meglio, seppelliti, i fascicoli delle stragi commesse in Italia dai nazifascisti: oltre 600, in 415 dei quali c’erano già i nomi degli autori dei misfatti. La Germania si doveva riarmare in funzione anti Urss, e c’era da proteggere la masnada dei generali fascisti, i Roatta, i Robotti, i Pirzio Biroli che nei territori invasi dal duce, che cercava terra al sole, questi generaloni avevano fatto concorrenza alle SS o, meglio, gli avevano insegnato il mestiere. Diceva Roatta ai suoi: «Non dovete rispondere con il criterio di dente per dente bensì testa per dente». Del resto lui fece uccidere, su mandato di Mussolini, i fratelli Rosselli a Bagnoles de l’Orne in Francia. E Robotti si lamentava: «qui ne ammazziamo troppo pochi». Il governo guidato da Alcide De Gasperi, dopo che comunisti, socialisti e azionisti furono gentilmente messi alla porta dell’esecutivo, decise di nascondere quel passato di sangue e ordinò ai magistrati militari il silenzio. Circa mezzo secolo dopo quell’armadio fu casualmente scoperto, o forse non tanto casualmente, e i magistrati militari che dal 1982 sono stati equiparati ai colleghi della giustizia ordinaria cominciarono le inchieste, lunghe, difficilissime, peggio che ricomporre un mosaico con tanti pezzi sbrindellati. Continua a leggere “S. Anna di Stazzema offesa dalla giustizia tedesca”

Stragi naziste: dubbi sull'”armadio”, certezze sulla “vergogna”

L'”armadio della vergogna” contro “La vergogna dell’armadio”. Il titolo del libro di Franco Giustolisi, giornalista che denunciò sull’«Espresso» l’occultamento di 695 fascicoli riguardanti le stragi naziste in Italia, viene ribaltato dal saggio di Maurizio Cosentino, che contesta alcuni dati ritenuti acquisiti: innanzitutto non ci fu nessun armadio con le ante rivolte verso il muro in cui sarebbe stata occultata la documentazione; il procuratore militare generale Enrico Santacroce, morto nel 1975, non impedì lo svolgimento dei processi ma anzi inviò moltissimo materiale alle varie procure; non regge nemmeno la tesi della ragion di Stato secondo cui i ministri Taviani e Martino nella seconda metà degli anni Cinquanta avrebbero invitato a rallentare l’attività processuale contro i criminali di guerra per favorire la serena integrazione della Repubblica federale tedesca nel blocco occidentale. Continua a leggere “Stragi naziste: dubbi sull’”armadio”, certezze sulla “vergogna””