Lo speciale fotografico I video della visita
Nessuna bandiera, nessun applauso, ma anche nessun fischio per le strade di Dublino. Diceva saggiamente Elie Wiesel che il contrario dell’amore non è l’odio ma l’indifferenza, e questo hanno dimostrato di essere gli irlandesi: perlopiù indifferenti di fronte alla visita di un monarca britannico dopo cento anni esatti. Indifferenti nei confronti della carica di simbolismo che Elisabetta II Windsor portava dietro di sé nel suo storico viaggio in Irlanda, il primo in assoluto da quando l’ex colonia è diventata una repubblica e si è liberata definitivamente dal giogo coloniale che l’ha soffocata per secoli. A Dublino abbiamo capito subito che in questi giorni era forse più facile trovare una bandiera della Padania che una Union Jack. Eppure non sarebbe stato sorprendente veder spuntare qualche bandiera britannica – un tempo tanto diffusa quanto odiata da queste parti – lungo i percorsi blindatissimi compiuti dall’anziana monarca in città. Invece ne è apparso soltanto uno sulla facciata del Trinity College e solo mentre la regina stava visitando l’antica università che rimane un simbolo del dominio protestante. Mancava la Union Jack– nessuno ha pensato a sventolarla, ma neanche a bruciarla – e mancava soprattutto il popolo. Al suo passaggio da O’Connell street, il viale principale del centro, il corteo reale è stato accolto solo da una folla di turisti e di curiosi assiepati attorno alle transenne. Tutto è apparso all’insegna del basso profilo: in un’epoca dominata dal commercio e da un certo gusto per il feticismo, a Dublino non avevano pensato neanche di preparare gadget commemorativi, né cartoline, né annulli filatelici per suggellare lo storico evento.
Fatta eccezione per le sparute proteste di qualche gruppo di antagonisti, il percorso della regina – calibrato al millimetro dalle diplomazie – è scivolato via senza particolari problemi, nonostante abbia toccato nelle sue varie tappe i luoghi più sensibili della storia irlandese e del suo tragico passato di colonia britannica. Avendo partecipato ai primi due giorni della visita nella capitale, non credo che ciò sia stato merito soltanto dell’imponente militarizzazione del centro della capitale. Se i vari gruppi dissidenti repubblicani fossero stati in grado di compiere un atto dimostrativo per galvanizzare i loro (pochi) sostenitori e guadagnare l’attenzione dei mezzi d’informazione mondiali non avrebbero potuto trovare un’occasione più propizia. Invece hanno confermato di non avere la forza – e soprattutto il sostegno popolare – per compiere azioni clamorose. Anche quel paio di ordigni trovati fuori città prima dell’arrivo della regina facevano parte di un copione che non ha impedito agli attori protagonisti di recitare la loro parte. Continua a leggere “La regina in Irlanda tra l’indifferenza della gente”