La Brexit riaccende gli scontri in Nord Irlanda

Avvenire, 4 aprile 2021

Le conseguenze della Brexit risvegliano i fantasmi rimossi dei “Troubles” in una nuova Pasqua di passione per l’Irlanda del Nord. La rabbia dei lealisti protestanti è sfociata in violenti disordini che si protraggono ormai da quattro giorni a Belfast e a Derry. Venerdì notte una folla di circa duecento giovani a volto coperto ha attaccato la polizia schierata in assetto antisommossa nel pieno centro di Belfast, a ridosso della roccaforte protestante di Sandy Row. Quell’area della città è da sempre controllata dai gruppi paramilitari Ulster Volunteer Force e Ulster Defence Association, gli stessi che all’inizio di marzo avevano comunicato a Boris Johnson di voler ritirare il proprio appoggio all’accordo di pace del 1998 in segno di protesta contro il protocollo sulla Brexit. Bottiglie incendiarie, pietre e cassonetti sono stati lanciati contro i mezzi blindati della polizia anche in altre aree lealiste assai sensibili della città come Tigers Bay, con il rischio concreto che gli scontri potessero sconfinare nell’adiacente l’enclave cattolica di New Lodge. Il bilancio della quarta notte di violenze è stato di una decina di arresti, ventisette agenti feriti e numerosi veicoli dati alle fiamme. Il comandante del distretto di polizia di Belfast, Simon Walls, ha lanciato un appello alla calma e ha riferito che i suoi uomini hanno riportato ustioni e ferite alla testa e alle gambe. A Belfast scontri simili non si vedevano da anni, almeno dalla Flag protest del 2012, quando gli stessi lealisti innescarono violente proteste contro la rimozione della Union Jack dal municipio cittadino. Quattro notti di scontri si sono verificate anche a Derry, nei quartieri protestanti di Waterside e Tullyalley, dove le forze dell’ordine sono state bersagliate da lanci di bottiglie molotov, sassi e mattoni e alcuni veicoli venivano incendiati. Secondo quanto riferito da alcuni parlamentari locali, le proteste sarebbero state fomentate e orchestrate attraverso i social media da alcuni blogger lealisti e rappresenterebbero la miccia di una violenza dalle conseguenze imprevedibili. “La storia si ripete perché la gente ha perso speranza nel futuro”, ha commentato la deputata del SDLP Claire Hanna. La galassia unionista rifiuta il protocollo sulla Brexit per i suoi aspetti economici e burocratici ma soprattutto perché istituendo un confine marittimo tra Londra e Belfast avvicina di fatto una possibile riunificazione con Dublino e quindi un’Irlanda economicamente unita. Nel coro di condanna unanime della politica risalta per il momento il silenzio del primo ministro nordirlandese Arlene Foster, in evidente difficoltà a tenere a bada le frange più estremiste della galassia lealista.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *