“Umiliare, spogliare, minacciare: l’interrogatorio all’inglese”, ha titolato ieri il Guardian. Secondo il quotidiano “l’esercito britannico addestrava i soldati incaricati di condurre gli interrogatori dei prigionieri di guerra” in Iraq all’uso di “tecniche come la privazione sensoriale, la denudazione e le minacce”. Documenti secretati posteriori al 2003 “suggerivano agli incaricati degli interrogatori di approfittare di umiliazione, insicurezza, confusione, spossatezza, angoscia e paura, e indicavano i metodi per innescarle”, aggiunge il Guardian. Il quotidiano sottolinea che tali pratiche rappresentano un'”apparente violazione della convenzione di Ginevra”. “Le tecniche di detenzione e d’interrogatorio dei militari britannici sono sempre più sotto accusa”, e un numero sempre maggiore di militari britannici finisce sotto inchiesta per la morte di civili iracheni.
Quanto riportato dal quotidiano britannico conferma anche i numerosi punti i comune tra le tecniche usate in Iraq e quelle utilizzate in tempi meno recenti in Irlanda del nord, di cui scrivevamo alcuni anni fa.