Avvenire, 12 luglio 2022
Prima che fosse divorato dalle fiamme in una mattina d’inizio estate di cento anni fa, il Public Record Office di Dublino era uno degli archivi più ricchi e importanti d’Europa. La sua distruzione fu uno dei momenti cruciali della guerra civile che scoppiò dopo la divisione dell’Irlanda imposta da Londra nel 1922. Bastarono poche ore per ridurre in cenere secoli di storia. I ribelli irlandesi contrari alla creazione dell’Irlanda del Nord si erano asserragliati all’interno delle Four Courts, l’imponente edificio neoclassico affacciato sul fiume Liffey che ospita la suprema corte di giustizia della capitale. Dopo giorni d’assedio da parte delle truppe governative una violenta esplosione squassò i cieli di Dublino e distrusse l’ala del palazzo che conteneva l’archivio di Stato. Lo scrittore Ernie O’Malley, che combatté a fianco dei ribelli, raccontò: “una densa nuvola di fumo si sollevò intorno agli edifici e poi si allontanò lentamente. Svolazzanti su e giù contro la massa nera c’erano fogli di carta bianca; sembravano uccelli sospesi nell’aria”. Ciascuna delle parti in lotta incolpò l’altra di aver distrutto il passato della nazione mandando in fumo centinaia di migliaia di documenti, mappe e censimenti demografici che coprivano sette secoli e mezzo di storia irlandese: dal 1174 (ai tempi della prima invasione anglo-normanna) fino agli albori del ‘900. Dal rogo e dal successivo crollo dell’edificio si salvarono miracolosamente soltanto alcune antiche carte e pergamene, oltre a un prezioso volume che Herbert Wood, uno degli archivisti dell’epoca, riuscì a recuperare dalle macerie. Conteneva l’elenco dettagliato di tutto il materiale conservato all’interno del Public Record Office prima del disastro. Proprio partendo da quel documento, e sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, alcuni anni fa è stato avviato un ambizioso progetto di recupero di quel materiale che si credeva perduto per sempre. Un affiatato gruppo di storici, archivisti e informatici ha lavorato per cinque anni – potendo contare su cospicui finanziamenti pubblici – e ha infine creato il Virtual Record Treasury, una fedele ricostruzione digitale dell’antico archivio di Stato. Mentre gli accademici riaprivano gli scatoloni con il materiale sopravvissuto alle fiamme di un secolo fa e gli informatici procedevano a digitalizzare i libri e i documenti, decine di archivi britannici, europei, statunitensi e australiani sono stati scandagliati alla ricerca di duplicati dei documenti perduti a Dublino. Riuscendo a recuperarne migliaia, a partire dalle copie dei manoscritti circolati nelle aste d’oltreoceano a partire dal XIX secolo. Molti di essi risalgono al Medioevo e alle epoche successive: tra i pezzi più preziosi ci sono i registri dei tributi pagati alla Corona a partire dal XIII secolo e le mappe e i volumi del ‘600 che, ricostruendo la situazione della proprietà fondiaria prima degli espropri compiuti da Oliver Cromwell, forniscono un quadro inedito della società e dell’economia irlandese nei secoli successivi alla conquista da parte dell’Inghilterra. Nell’incendio dell’archivio erano andati perduti inoltre i censimenti effettuati prima della “Grande carestia” del 1845, impedendo finora agli storici e ai demografi di calcolare con precisione l’entità di quell’immane tragedia. Il materiale “ricostruito” in formato digitale contempla ora anche il censimento religioso realizzato dalla Chiesa d’Irlanda nel 1766 per determinare la diffusione delle singole fedi nell’isola. Per la futura ricerca storica si aprono dunque nuove opportunità. “La perdita dell’archivio nel 1922 ha condizionato la nostra comprensione del passato ma adesso, per la prima volta dopo cento anni, è possibile avere accesso a materiali che nessuno studioso vivente aveva mai visto”, ha commentato Peter Crooks, docente di storia medievale al Trinity College di Dublino. Oltre a un gigantesco archivio on-line con oltre 150mila documenti, seimila mappe e migliaia di volumi digitalizzati, il Virtual Record Treasury – accessibile gratuitamente su virtualtreasury.ie – offre ai visitatori anche una fedele ricostruzione tridimensionale dell’edificio com’era prima di essere distrutto dalle fiamme.