Un premio dedicato a Marla

Non aveva ancora compiuto 29 anni quando la follia della guerra in Iraq se la portò via. Oggi in pochi si ricordano di lei, forse perché nessuno ha pensato, ancora, a trasformarla strumentalmente in un’icona. Eppure Marla Ann Ruzicka è stata la personificazione di un pacifismo attivo e tenace, che persegue obiettivi concreti e non si ferma di fronte a niente, anche a costo della propria vita. Lo sguardo da ragazzina e l’aria quasi svagata da studentessa fuori corso nascondevano in realtà un talento quasi straordinario nella raccolta di fondi da destinare alle vittime della mattanza irachena, e prima ancora a quella afgana. Con la sua attività di lobbying sul campo riuscì in pochi mesi, quasi da sola, a ottenere risultati che sarebbero stati impensabili anche per le Ong più blasonate. Basti pensare che proprio alla sua memoria è stato intitolato il fondo statunitense per le vittime civili del conflitto iracheno. La storia di Marla spiega alla perfezione cosa voglia dire impegnarsi per la pace nel III millennio e costituisce la risposta più efficace a chi crede che i pacifisti siano solo una banda di sognatori che vivono tra le nuvole. Il suo è stato un martirio per i diritti umani: ho voluto ricordarlo in un racconto biografico che sarà contenuto del mio prossimo libro (in uscita nel 2012, salvo imprevisti) e che è stato selezionato tra i sei vincitori del premio Firenze per le culture di pace dedicato a Tiziano Terzani, nella sezione inediti.
La premiazione si terrà domenica 4 dicembre alle 16, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze.
Sarà una bella giornata: siete ovviamente tutti invitati.
RM

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