In carcere ma innocenti? Il caso dei “Craigavon Two”

Una ventina d’anni fa, lo splendido film “Nel nome del padre” di Jim Sheridan fece conoscere a tutto il mondo l’agghiacciante vicenda dei Guildford Four, i quattro irlandesi innocenti trasformati in capri espiatori dalla pseudo-giustizia britannica negli anni ’70, nel periodo più duro del conflitto anglo-irlandese.
Purtroppo la tragica storia degli errori giudiziari britannici rischia di ripetersi, nel colpevole silenzio dell’opinione pubblica odierna. Due irlandesi, John Paul Wooton e Brendan McConville, soprannominati i Craigavon Two, sono in carcere da cinque anni con l’accusa di aver ucciso nel 2009 un poliziotto nella cittadina irlandese di Craigavon, nella contea di Armagh. Il loro caso assomiglia terribilmente a quello dei Guildford Four: a loro carico non esistono prove e sono stati giudicati da uno dei vergognosi tribunali Diplock, privi di giuria e composti da un solo giudice. I due si sono sempre dichiarati innocenti e sono in carcere soltanto sulla base della deposizione di un testimone che si è contraddetto più volte, ha mentito sotto giuramento ed è stato poi anche sconfessato dalle prove forensi. La sua identità è stata tenuta inoltre nascosta agli avvocati della difesa per evitare esami incrociati delle deposizioni. E come se non bastasse, le impronte digitali riscontrate sull’arma usata per l’omicidio non coincidono con quelle di Wooton e McConville. Se l’imputazione a loro carico fosse stata portata di fronte a un tribunale europeo o statunitense, sarebbero stati sicuramente assolti. Invece sono stati entrambi condannati all’ergastolo, sebbene Wooton all’epoca dei fatti avesse appena 17 anni.

John Paul Wootton
John Paul Wootton

Viene spontaneo chiedersi perché dunque si trovino in prigione da cinque anni, e la risposta non può che essere di natura politica. Al tempo dei Guildford Four, esprimere dubbi sulla loro colpevolezza equivaleva a sostenere la violenza, quasi a essere un fiancheggiatore dell’IRA. Ma erano gli anni ’70, e il clima politico in Gran Bretagna era quello della “caccia all’irlandese”, con un sistematico ribaltamento dell’onere della prova a carico degli accusati, e un apparato politico e giudiziario che non si faceva alcuno scrupolo a far incarcerare per anni anche degli innocenti. Conlon, Hill, Richardson e Armstrong (noti come i Guildford Four) divennero i capri espiatori perfetti e rimasero in carcere quindici anni. Wooton e McConville, nonostante un clima politico completamente diverso, rischiano oggi di fare la loro stessa fine. La loro colpa, al momento attuale, è solo quella di essere due repubblicani irlandesi “dissidenti”, cioè contrari alla strategia politica inaugurata con il processo di pace del 1998 e sostenuta dal partito repubblicano maggioritario, lo Sinn Féin, che infatti non ha mosso un dito per chiedere un giusto processo per loro. Purtroppo oggi chi dissente dal pensiero unico espresso da quel partito viene automaticamente considerato un sostenitore della lotta armata, con conseguenze che possono rivelarsi devastanti.
RM

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