Quando Liverpool era il porto degli schiavi

Avvenire, 25 novembre 2022

È stupefacente apprendere fino a che punto la ricchezza dell’Inghilterra georgiana e vittoriana derivasse dal commercio degli schiavi. William Ewart Gladstone, più volte primo ministro britannico nella seconda metà del XIX secolo, fece di tutto per ostacolare la fine della schiavitù nel suo Paese e poi si batté a lungo per garantire un risarcimento ai più ricchi commercianti inglesi di esseri umani. Uno dei principali mercanti di schiavi della Gran Bretagna dell’epoca era suo padre, John Gladstone, un uomo originario di Liverpool che disponeva di immensi possedimenti in Giamaica e nella Guyana britannica e molti anni prima aveva usato la sua enorme fortuna per finanziare l’ascesa politica del figlio. Un giornale locale di quegli anni scrisse che gran parte della sua ricchezza “sgorgava dal sangue degli schiavi neri. Ma non suscitò alcuno scandalo, anche perché molti altri si erano arricchiti allo stesso modo. Quando la legge sull’abolizione della schiavitù venne infine approvata nel 1833, John Gladstone ricevette oltre 93mila sterline come compensazione per la perdita degli oltre 2500 schiavi di sua proprietà. Continua a leggere “Quando Liverpool era il porto degli schiavi”