Dal 4 marzo in libreria “L’eredità di Antigone”

Le storie memorabili di dieci donne coraggiose che hanno lottato fino alle estreme conseguenze per la libertà e i diritti civili. Il 4 marzo esce il mio nuovo libro, “L’eredità di Antigone. Storie di donne martiri per la libertà”, con una prefazione di Emma Bonino.

copertina definitiva4La fine dell’apartheid in Sudafrica e la democrazia in Italia, in Germania, in El Salvador. La lotta per la laicità in Afghanistan e per i diritti degli irlandesi e degli Indiani d’America. E ancora, il suffragio universale e il riconoscimento dei fondi per i civili innocenti vittime della guerra in Iraq. Battaglie e conquiste che oggi riteniamo sacrosante e inviolabili, eppure per ottenerle è servita la lotta e il sacrificio di molte persone. Alla storia passano pochi nomi fondamentali, eppure, le storie delle esistenze impegnate in queste battaglie sono tante. E spesso sono storie di donne.
Come Antigone nella tragedia di Sofocle deve scegliere tra le leggi degli dèi e le leggi degli uomini fino a immolarsi per seguire la sua idea di giustizia, così le donne di questo libro, moderne Antigoni, hanno lottato e resistito contro ingiustizie intollerabili, fino alle estreme conseguenze.
Scopriamo così la vicenda eroica della giovane partigiana cattolica Norma Parenti; la storia di Emily Davison che il 4 giugno 1913 si sacrificò per attaccare la bandiera del movimento delle suffragette al cavallo del re d’Inghilterra durante una gara; la studentessa universitaria Sophie Scholl che fu decapitata dai nazisti a soli 21 anni per aver distribuito volantini della Rosa Bianca; la storia triste, ma emozionante di Franca Jarach, una delle prime “desaparecidos” argentine; il sacrificio di Ruth First, che lavorò con Mandela per la fine dell’apartheid; Meena Keshwar Kamal che decise di non abbandonare la lotta per i diritti delle donne in Afghanistan nemmeno quando l’occupazione sovietica alzò la posta in gioco, Marianella García Villas che come un oscuro presagio disse a un parlamentare italiano «Presto sentirete parlare di me, perché mi ammazzeranno» a poche settimane dal suo assassinio in El Salvador, terra che voleva vedere liberata dalla dittatura militare. Queste e altre storie di donne per le quali lottare era come respirare: un fatto naturale e inevitabile, anche quando mariti e compagni erano già fuggiti o erano già stati ammazzati.
Ricordarle oggi equivale a dire “mai più dittature e discriminazioni”, ma anche a riflettere sulla violenza che oggi, quotidianamente, le donne subiscono. Un tributo al genere femminile e all’importanza che ha avuto nella storia.