Non capita spesso che una rappresentazione teatrale autoprodotta e incentrata sulla nostra storia recente riesca a suscitare emozioni talmente forti da diventare quasi un momento catartico per il pubblico presente in sala. Eppure è proprio quanto è accaduto alcuni giorni fa a Massa Marittima, in occasione della prima nazionale dello spettacolo Norma. La storia lirica di un’anima libera, ispirato alla tragica vicenda di Norma Parenti, giovane cattolica e staffetta partigiana uccisa 70 anni fa, all’alba della liberazione della cittadina in provincia di Grosseto. Il successo dello spettacolo – prodotto e messo in scena dall’associazione Arts & Crafts – nasce innanzitutto dal coraggio di volersi confrontare per la prima volta con un episodio terribile e a lungo rimosso dalla memoria locale, che vide anche la responsabilità dei fascisti del luogo. Norma Parenti, martire dell’Azione Cattolica e Medaglia d’oro al valor militare, resta ancora inspiegabilmente misconosciuta al di fuori della Toscana, sebbene sia l’incarnazione perfetta di una moderna Antigone, la cui fine ricorda drammaticamente quella dell’eroina di Sofocle. Anche Norma fu infatti punita per la sua fede incrollabile nelle leggi non scritte della giustizia, per aver contravvenuto al divieto fascista di dare degna sepoltura ad alcuni giovani caduti in un rastrellamento. Ma Irene Paoletti, autrice e protagonista dello spettacolo, sceglie di non ispirarsi alla tragedia greca e preferisce incentrare la drammaturgia sul rigore delle fonti storiche, coadiuvata da alcuni studiosi locali, evitando interpretazioni azzardate. E anche grazie a un gruppo affiatato di attrici e attori di grande bravura, riesce a mettere in scena un lavoro dal forte impatto emotivo solcato dalle note di “Norma” di Vincenzo Bellini.
Quando fu uccisa dai nazifascisti in circostanze ancora non del tutto chiarite il 22 giugno 1944, la Parenti aveva solo 23 anni ed era diventata madre da pochi mesi. Il suo unico figlio Alberto, oggi settantenne, è tornato a Massa Marittima dopo tanto tempo per vedere rappresentata sul palco quella madre che non ha mai conosciuto e ha assistito, in un crescendo di emozioni intense, alla scena della sua stessa nascita col fragore delle bombe sullo sfondo. Il suo commosso abbraccio con Paoletti alla fine dello spettacolo ha suggellato un momento alto di teatro civile che è riuscito a restituire alla memoria collettiva la forza e l’umanità di una delle figure femminili più belle e finora sottovalutate della Resistenza al nazifascismo. Domenica 27 aprile si replica a Grosseto (Sala Friuli, piazza S. Francesco, ore 18,15). Ulteriori date sono in preparazione in altre città italiane.
RM