La tomba dei bambini nell’Irlanda cattolica

800 corpi in una fossa biologica, vicino a una vecchia casa per ragazze madri gestita da suore

bambini-orfanotrofio-A Tuam, nella contea di Galway, nell’Irlanda nord occidentale, è stata trovata una fossa biologica in disuso vicino a una vecchia casa per ragazze madri gestita dalle suore del Buon Soccorso in cui sembra si trovino i corpi di 796 bambini. I bambini, di età compresa tra i due giorni e i nove anni, risultano essere morti tra il 1926 e il 1961 (periodo in cui la struttura, che oggi non esiste più, rimase aperta) e gettati nella fossa che fu poi coperta con una lastra di cemento senza alcuna lapide e alcun nome inciso sopra.
In Irlanda fino a meno di vent’anni fa le donne non sposate che avevano avuto dei figli, o che avevano una condotta considerata “peccaminosa”, venivano spesso rinchiuse in istituzioni gestite dalla Chiesa e finanziate dallo Stato, dove lavoravano per espiare le loro colpe (con la complicità della famiglia, per evitare il “pubblico scandalo”). È stato calcolato che circa 30mila donne sono state ospitate da strutture del genere nel corso dei 150 anni di storia di queste istituzioni, conosciute come Case Magdalene, l’ultima delle quali è stata chiusa in Irlanda il 25 settembre 1996.
Un’ispezione del governo nel 1944 nella Casa Magdalene di Tuam aveva dimostrato che alcuni dei 271 bambini ospitati nella casa insieme a 61 donne erano malnutriti e trascurati: si parlava di bambini «emaciati, panciuti, fragili, con la pelle a penzoloni»; si parlava di donne mentalmente disturbate e di un sovraffollamento spaventoso (333 “ospiti” in un edificio che aveva una capacità di 243). Ci sono documenti che parlano di una morte infantile ogni quindici giorni per quasi 40 anni a Tuam; un altro ancora sostiene che 300 bambini siano morti solo tra il 1943 e il 1946 e questo significherebbe due morti la settimana. I registri della casa, tra le cause delle morti infantili, citavano diverse malattie (tubercolosi, polmonite, morbillo, convulsioni, gastroenterite), deformità e nascite premature. Nella prima metà del Ventesimo secolo l’Irlanda aveva uno dei peggiori tassi di mortalità infantile d’Europa, ma nelle case per ragazze madri i tassi di mortalità erano comunque 4-5 volte superiori a quelli della popolazione generale.
Gli abitanti di Tuam, riferiscono diversi giornali irlandesi, erano a conoscenza della tomba dal 1975, quando due ragazzini, giocando, spostarono la lastra e scoprirono le ossa, ma la notizia non era mai uscita dalla contea. I residenti, da allora, si sono presi cura dell’area intorno alla fossa, tagliando l’erba e costruendo una nicchia con una statua di Maria. A rendere pubblica la notizia è stata recentemente la storica locale Catherine Corless, che durante i suoi studi ha richiesto all’ufficio registri della contea il numero dei bambini che erano morti nella ex casa per ragazze madri (non prima di aver contattato direttamente le suore del Buon Soccorso, che hanno però risposto di non avere più informazioni sulla casa dato che l’avevano lasciata nel 1961). Sul registro c’erano quasi 800 nomi: dopo un controllo, Corless scoprì che i nomi dei bambini sull’elenco non si trovavano nelle sepolture del cimitero e che corrispondevano molto probabilmente alle ossa trovate nella fossa.
I dirigenti della chiesa di Galway hanno detto di non essere stati a conoscenza del fatto e si sono formalmente impegnati a sostenere gli sforzi di Catherine Corless e della comunità locale per costruire un memoriale e segnare il punto in cui si trova la fossa comune con una targa che riporti i nomi di tutti i 796 bambini. L’ordine della suore del Buon Soccorso avrebbe anche donato quella che la rete televisiva irlandese RTE ha descritto come «una piccola somma». Padre Fintan Monaghan, dell’arcidiocesi di Tuam, ha detto: «Non credo possiamo giudicare il passato col punto di vista di oggi, con la nostra lente. Tutto quello che possiamo fare è assicurarci che ci sia un posto adatto, qui, dove le persone possano venire a ricordare i bambini che sono morti».
La giornalista Emer O’Toole, sul Guardian, ha risposto diversamente: «Cerchiamo di non giudicare il passato con la morale contemporanea ma con quella del tempo, va bene. Era normale, nella metà del Ventesimo secolo in Irlanda, gettare i corpi dei bambini morti nelle fosse biologiche?». E poi offre una serie di suggerimenti su quello che la Chiesa dovrebbe invece fare:
Non dire preghiere cattoliche su questi bambini morti. Non insultare coloro che in vita sono stati da voi disprezzati e abusati. Dire dove si trovano i corpi degli altri bambini che hanno fatto la stessa fine: c’erano case simili in tutta l’Irlanda e i tassi di mortalità infantile in ciascuna di esse è scandaloso. Le suore di Tuam erano un caso anomalo, una specie di setta ribelle, o quelle erano pratiche comuni? Se sì, come sono morti i bambini che morirono in ciascuna di quelle case? Quali sono i loro nomi? Dove sono le loro tombe? Non abbiamo bisogno che cerchiate, di nuovo, di limitare i danni nel solito modo. Quello di cui abbiamo bisogno è la verità sulla nostra storia.

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