Avvenire, 27 novembre 2024

Non sono bastate le sentenze di due tribunali delle Nazioni Unite – la Corte Internazionale di Giustizia e il Tribunale Penale dell’Aja – per convincere una parte dell’opinione pubblica, in Bosnia e in Serbia, che il massacro di uomini e ragazzi compiuto dai serbo-bosniaci nel luglio 1995 a Srebrenica è stato un genocidio. Per fermare il negazionismo non è servita neanche una legge varata nel 2021 dall’Alto Rappresentante della comunità internazionale che ha proibito la negazione del genocidio e l’esaltazione dei criminali di guerra. Al contrario, quel provvedimento ha scatenato lunghe proteste che sono state rinfocolate da una recente risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha istituito l’11 luglio come giornata di riflessione e commemorazione sull’ultimo genocidio europeo. Continua a leggere “In Bosnia la guerra per la verità non è mai finita”