Molti italiani vorrebbero festeggiare il 150° anniversario dell’unità facendo tabula rasa di tutte le entità politiche e culturali non italofone che compongono lo stato italiano. La loro equazione è molto semplice: Italia = italiani = italofoni. In questo modo dimenticano che la penisola contiene popoli con storie che precedono l’unità di molti secoli. E’ necessario chiarire una volta per tutte che negando le culture non italofone presenti nella penisola:
1) Si calpesta la Costituzione: l’articolo 6 afferma che “La Repubblica protegge con apposite norme le minoranze linguistiche”. Approvata nel 1947, la nostra fu la prima Costituzione dell’Europa post-bellica a prevedere espressamente questa tutela: è un primato del quale dovremmo essere orgogliosi.
2) Si abbraccia lo stesso nazionalismo ottuso e intollerante che per quasi mezzo secolo ha contraddistinto la posizione del Movimento Sociale Italiano. Il partito di Almirante, infatti, dichiarava apertamente l’obiettivo di cancellare l’autonomia sudtirolese. Allo stesso modo, faceva di tutto per limitare i diritti della minoranza slovena di Trieste. In modo del tutto incoerente, però, invocava la tutela della minoranza italiana stanziata in Jugoslavia. Evidentemente i neofascisti erano mossi dall’anticomunismo e dalla slavofobia, anzichè da un sincero interesse per i diritti delle minoranze. Altrimenti avrebbero capito che non si può difendere le proprie minoranze all’estero mentre si dimenticano quelle straniere che vivono in Italia.
3) Si dimentica (o si dimostra di non conoscere) il proprio patrimonio storico. La minoranza grecanica stanziata in varie regioni meridionali è l’erede della Magna Grecia; quella albanese è arrivata nella penisola in seguito a migrazioni che risalgono alla fine del quattordicesimo secolo; in Val d’Aosta il francese è lingua ufficiale dal 1561, etc. Eppure si rivendicano poeti, scrittori e artisti che sono vissuti nei secoli passati: Dante, Goldoni, Leopardi, Michelangelo, Petrarca…
L’Italia non è nata come un fungo nel 1861, ma è il frutto di un lungo processo storico al quale hanno contribuito anche tanti non italofoni. Metterli da parte equivale a mutilare la propria storia. Continua a leggere “Non celebriamo l’Italia, ma le Italie”