Mostar, il criminale di guerra libero per buona condotta

Condannato dal Tribunale dell’Aja a 18 anni di carcere per crimini commessi a Mostar durante la guerra, Vinko Martinović è ritornato in città dopo aver usufruito di un rilevante sconto di pena. (da Osservatorio Balcani)

Vinko Martinović di ritorno a Mostar

Il 9 gennaio 2012 la notizia che al criminale di guerra Vinko Martinović – Štela – era stato accordato lo sconto di pena pari ad un terzo rispetto ai 18 anni di condanna previsti, è arrivata in Bosnia Erzegovina attraverso i media nazionali e quelli della vicina Croazia. Fu proprio la Croazia a consegnarlo all’Aja nel ’99 dopo l’arresto per l’omicidio di un’infermiera di Mostar e per l’appropriazione indebita del suo immobile. Vinko Martinović non si è consegnato volontariamente e non ha mai collaborato con il Tribunale Penale Internazionale (TPI) durante il processo. Dichiararsi “non colpevole” è tutto ciò che avesse da dire alla Corte, come all’umanità che lo stava guardando. All’Aja, per smontare la sua presunta innocenza, si sono presentati 84 testimoni che hanno parlato degli orrori a cui hanno assistito e di cui sono stati vittime, dando voce a tutti gli altri che non potevano più testimoniare e consentendo di ricostruire un’altra pagina del conflitto che ha devastato la Bosnia negli anni ’90.

Campi di concentramento e scudi umani
Le accuse a carico di Štela e del suo superiore Mladen Naletilić – Tuta – si riferiscono al periodo che va da aprile ‘93 a marzo ‘94, e ai fatti accaduti nelle località di Jablanica, Mostar, Široki Brijeg, Ljubuški, Čapljina, Stolac; il primo guidava l’unità speciale “Vinko Škrobo”, il secondo era al comando del temuto battaglione “Kažnjenička bojna” (battaglione dei condannati) di cui l’unità speciale era una ramificazione. Entrambe le formazioni erano inquadrate nell’HVO (Consiglio croato di difesa). Heliodrom, Gabela, Dretelj, Duhanska stanica di Lištica sono solo alcuni dei centri di detenzione per migliaia di civili e prigionieri di guerra prelevati per strada, dalle loro case o durante i combattimenti in quell’infelice e tetro periodo che ha visto a Mostar il suo scenario peggiore. Continua a leggere “Mostar, il criminale di guerra libero per buona condotta”