E’ trascorso ormai un quarto di secolo ma il più grave disastro industriale della storia continua a mietere vittime. Oltre 500mila persone soffrono ancora le terribili conseguenze di quello che accadde la notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984, quando oltre 40 tonnellate di gas tossici fuoriuscirono dalla fabbrica di pesticidi della Union Carbide a Bhopal, capitale dello stato indiano di Madhya Pradesh. La nube tossica si sprigionò a causa della cattiva manutenzione dell’impianto di proprietà della multinazionale statunitense e si diffuse tra le migliaia di persone che vivevano nelle vicinanze dello stabilimento. In poche ore i morti per asfissia furono oltre duemila ma salirono a circa ottomila dopo soli tre giorni, mentre decine di migliaia riportarono gravissime ustioni agli occhi e ai polmoni. Ad oggi i dati ufficiali parlano di almeno 25mila persone morte per le conseguenze del disastro della fabbrica di pesticidi, ma questa tragica contabilità continua a salire con una regolarità impressionante: “circa quindici persone muoiono ogni mese – precisa Mohammed Ali Qaiser, medico della Sambhavana Trust Clinic di Bhopal sopravvissuto a quella notte d’inferno. Continua a leggere “Bhopal, 25 anni senza giustizia”