La notizia è di quelle clamorose: Radovan Karadzic, l’ex leader dei serbi di Bosnia tra i principali artefici della mattanza nei Balcani – arrestato a Belgrado il 21 luglio scorso dopo tredici anni di latitanza – potrebbe essere scarcerato. I suoi avvocati hanno chiesto l’invalidazione del processo e la cancellazione delle accuse, con la conseguente immediata scarcerazione del 64enne psichiatra. Il motivo è molto semplice: Karadzic non sarebbe mai stato latitante, ma avrebbe semplicemente seguito alla lettera l’accordo sottoscritto con il diplomatico Usa Richard C. Holbrooke, mediatore ai tempi del conflitto nella ex-Jugoslavia. In cambio dell’immunità per quanto ordinato ai suoi uomini ai tempi della guerra, Karadzic doveva abbandonare la scena politica nel 1996, scomparendo nel nulla e permettendo così la firma degli Accordi di Dayton che, sotto l’egida Usa, chiudevano il conflitto nei Balcani. Secondo i difensori di Karadzic, se il tribunale dovesse appurare che l’accordo-Holbrooke é vincolante, il procedimento giudiziario sarebbe sicuramente da annullare.