Le donne “perdute” in custodia di quattro ordini religiosi, dal 1922 al 1996, chiuse a lavare panni gratis agli ordini delle suore cattoliche, a subire violenze psicologiche, fisiche, spesso sessuali. Il Comitato contro le torture delle Nazioni Unite chiede ora un’inchiesta, cosa che dovrebbe obbligare la Chiesa a rendere conto dell’accaduto.
(di Alessandra Baduel, da “Repubblica”, 4 giugno 2011)
Per le donne perdute d’Irlanda non c’è giustizia, né identità. Niente scuse, né indennizzi. Non ancora, dopo 18 anni. In 30mila, secondo le stime, sono passate per le lavanderie gestite da quattro ordini religiosi, fra il 1922 e il 1996. Scelte perché, appunto, Maddalene “perdute” alla causa di una famiglia cattolica osservante: categoria che tutto includeva, dalla madre nubile alla piccola ladra, passando per il carattere ribelle e quella troppo bella e corteggiata, arrivando fino a chi aveva l’unica “colpa” di essere stata violentata, come è accaduto a Mary-Jo McDonagh, una delle poche che poi hanno avuto la forza di testimoniare sui successivi abusi nella lavanderia che doveva “salvarla”. Espulse spesso adolescenti da famiglie e comunità che non le volevano, quelle ragazze finivano chiuse a lavare panni gratis agli ordini delle suore cattoliche, a subire – anche – regolari violenze psicologiche, fisiche, spesso sessuali. Ma non è bastata la prima scoperta di alcuni casi nel 1993, non è bastato il film di denuncia The Magdalene Sisters di Peter Mullan nel 2002, condannato senza incertezze dal Vaticano, né sono bastati libri, opere teatrali, canzoni di autori come Joni Mitchell (in Turbolent Indigo, album del ‘94, poi di nuovo in Tears of stone nel ’99) e ancora poesie, poemi, racconti susseguitisi dagli anni ‘90 a oggi. Non è servito il documentario The Forgotten Maggies di Steven O’Riordan, che nel 2009 ha raccolto molte delle loro storie vere. Non è servito neppure l’esempio dello scandalo della pedofilia degli ultimi anni, davanti al quale la Chiesa è invece arrivata a scusarsi. Sulle Maddalene, gli ordini religiosi e lo Stato irlandese non ci sentono. In questi giorni a Ginevra il Comitato contro le torture dell’Onu ha chiesto all’Irlanda di aprire un’inchiesta sulla vicenda, gesto che peraltro dovrebbe obbligare anche la Chiesa e in particolare gli ordini religiosi coinvolti a rendere conto dell’accaduto. Continua a leggere “L’Onu indaga sulle 30 mila lavandaie-schiave d’Irlanda”