A dodici anni di distanza dalla chiusura dello storico ospedale psichiatrico di San Salvi, parte un invito pubblico ad (almeno) cento persone perché sottoscrivano un singolare atto costitutivo di un’associazione, la cui unica finalità è creare una Fondazione che salvaguardi la memoria dell’ex-città manicomio, periodicamente in pericolo di sopravvivenza, e nel contempo rilanci verso una nuova vita culturale. I soci, oltre alla quota di iscrizione fissata simbolicamente ad un minimo di 1 euro, hanno l’impegno ad indicare almeno una delle 100 idee su “che fare” di San Salvi. Domenica 12 dicembre dalle 15.30 alle 1 del mattino una Festa no stop per la nascita dell’Associazione per la Fondazione per la memoria viva di San Salvi – Carmelo Pellicanò.
Il 13 dicembre 1998 Carmelo Pellicanò, direttore di San Salvi, chiuse definitivamente il manicomio fiorentino. Ad oltre vent’anni dalla legge Basaglia (maggio 1978), anche Firenze “liberò” i matti. La festa di chiusura celebrò nello stesso tempo l’entrata in città degli ultimi folli ancora rinchiusi in manicomio e l’ingresso a San Salvi di una compagnia teatrale, i Chille de la Balanza, che avrebbe legato tanta parte del proprio lavoro alla presenza consapevole della città e dei fiorentini nei cosiddetti tetti rossi.
A distanza di dodici anni, molto è stato fatto per la restituzione di un pezzo importante della città, enorme è ed è stata la partecipazione di artisti, intellettuali, comuni cittadini alle cose sansalvine; larga eco ha avuto ed ha tuttora la “passeggiata” di Claudio Ascoli, spettacolo-affabulazione itinerante di grande successo sul manicomio fiorentino. Nel marzo 2009 un importante Forum ha visto la presenza di psichiatri, antropologi, architetti, psicologi, storici, fotografi e finanche poeti e filosofi, tutti concordi sulla necessità di tener viva una memoria di San Salvi. Tutti gli enti che in qualche modo si occupano di San Salvi (Comune, Asl 10, Università, Regione, Provincia) da tempo hanno informalmente dato il loro assenso alla costituzione di una Fondazione per una memoria viva di San Salvi – da intestare a Pellicanò, ultimo direttore del manicomio – ma dopo oltre un anno e mezzo… nulla è stato formalmente deciso. E intanto gli archivi si distruggono nei sottoscala, alcuni uomini e donne, “memoria del manicomio”, ci lasciano, scritte e dipinti come lo storico murales del maggio 1978 vengono cancellati da sorde ristrutturazioni.