Quando i fascisti non riuscirono a marciare su Londra

Il 4 ottobre 1936, dopo giorni di frenetici preparativi, una folla di oltre centomila manifestanti si concentrò nell’East End di Londra per impedire il passaggio di un corteo di fascisti in camicia nera guidati da Sir Oswald Mosley, il leader e fondatore della British Union of Fascists. Una settimana prima Mosley aveva annunciato una marcia per celebrare il quarto anniversario della nascita del partito fascista britannico, che ispirandosi al modello Mussoliniano aveva raccolto in poco tempo decine di migliaia di adesioni anche tra i sudditi di Sua Maestà. La classe operaia londinese e la popolazione di tutti i quartieri intorno all’East End si coalizzarono per respingerli, erigendo barricate e ostruendo tutti i possibili accessi al centro cittadino. Le forze dell’ordine cercarono di far passare il corteo dei fascisti, ma non ci riuscirono: Cable Street divenne teatro di scontri violentissimi, che si conclusero con centocinquanta arresti e circa duecento feriti. L’episodio era destinato a entrare nella storia: la classe operaia unita era riuscita a respingere l’ondata crescente del fascismo che in quegli anni stava montando anche in Inghilterra. La vicenda costrinse poi il governo a emanare una legge sull’ordine pubblico che richiedeva per la prima volta il consenso preventivo della polizia allo svolgimento delle marce a carattere politico e soprattutto stabiliva il divieto d’indossare uniformi di partito. Fu un colpo che si rivelò decisivo nel determinare il successivo declino del partito fascista britannico prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale.
Cable Street è rimasta ancora oggi – 75 anni dopo quei fatti – un luogo simbolo della lotta al fascismo e all’estrema destra, nonché della memoria della comunità ebraica britannica. A Londra sono in programma numerosi eventi commemorativi nel prossimo mese d’ottobre.