di Alessandro Michelucci
Le Olimpiadi invernali, finora, sono sempre state considerate molto meno importanti di quelle estive, che per l’uomo della strada sono le Olimpiadi tout court. Ma quelle che inizieranno il 7 febbraio a Sochi, città russa situata sul Mar Nero, non saranno Olimpiadi invernali come le altre. Monumento trionfale alla Russia di Putin, questa ventiduesima edizione è la la più costosa di tutti i tempi: per realizzarla sono stati spesi cinquantun miliardi di euro. L’impatto ambientale delle opere faraoniche compiute è stato duramente criticato dalla Società geografica russa. Per la prima volta, inoltre, la manifestazione sportiva verrà utilizzata per far conoscere al mondo un genocidio dimenticato: quello dei circassi, che proprio a Sochi raggiunse la fase più tragica.
Fra i tanti genocidi che cercano di uscire dal buio, questo è sicuramente uno dei più ignoti. Inoltre è svantaggiato da un fattore temporale: quando parliamo di genocidi, infatti, si tende a privilegiare quelli più recenti, restringendo il campo di osservazione al Novecento. Il genocidio dei circassi, al contrario, ha avuto luogo nel secolo precedente. Ma ora la situazione sta cambiando. Negli ultimi anni la stampa periodica ha dedicato una certa attenzione a questa tragedia dimenticata. Walter Richmond, docente all’Occidental College, ha pubblicato il primo libro sul tema, The Circassian Genocide (Rutgers University Press). Questo ha segnato l’inizio di un interesse accademico che sembra destinato a crescere. Continua a leggere “Circassi, il genocidio dimenticato di Sochi”