Il terrorismo fai-da-te del Giornale

Il Giornale di Littorio Feltri continua a essere un faro per il giornalismo e la democrazia del nostro paese. Non accontentandosi di ospitare ancora gli sproloqui dell’agente Betulla (al secolo Renato Farina, radiato dall’Ordine dei Giornalisti nel 2007 dopo aver ammesso la sua collaborazione con i Servizi Segreti per inquinare le informazioni e spiare i magistrati nel caso Abu Omar), il quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi ci ha regalato un’altra perla di onestà e saggezza. I fatti: qualche giorno fa sotto la porta d’ingresso della redazione ligure de “Il Giornale” è stata ritrovata una lettera minatoria firmata Br che tuonava: “Non abbiamo ancora deciso se spaccare prima il culo al vostro servo Guzzardi, l’infame della Valbisagno, e degli sbirri o passare prima da voi molto presto lo scoprirete”. La minacciosa missiva, con tanto di stella a cinque punte, se la prendeva con il giornalista Francesco Guzzardi, collaboratore della testata, reo di aver compiuto inchieste scottanti appunto sulla Valbisagno, una valle del genovese al centro di numerosi fatti giudiziari. Come non solidarizzare con il povero cronista preso di mira dalle redivive sigle del terrorismo rosso? Come non tremare di fronte a cotanta minaccia per l’incolumità di un uomo che svolge il proprio lavoro in modo indomito e sprezzante del pericolo? Peccato che alla Digos siano bastati pochi giorni di indagini e una semplice prova calligrafica sul volantino (scritto a mano…) per scoprire che il minacciato e l’autore della minaccia erano in realtà la stessa persona. E pensare che Guzzardi non è un giovane alle prime armi desideroso di mettersi in luce con qualsiasi mezzo ma un giornalista (?) che ha raggiunto le 50 primavere. Ma la cosa più incredibile è che il cronista ha ricevuto decine e decine di lettere di solidarietà dai lettori del quotidiano (il cui livello di lobotomia ha ormai raggiunto livelli più che preoccupanti).
RM