(Da The Economist, traduzione di Andrea Sparacino)
In quasi vent’anni di carriera politica, Silvio Berlusconi è sopravvissuto a processi e scandali. Ma a preoccupare gli italiani dovrebbe essere piuttosto il suo totale disinteresse per i problemi economici e strutturali del paese, che continueranno a farsi sentire anche dopo la sua caduta.
Silvio Berlusconi ha ottimi motivi per sorridere. A 74 anni è alla guida di un impero mediatico che lo ha reso l’uomo più ricco d’Italia. Dal 1994 domina la scena politica dello stivale, ed è diventato il primo ministro più longevo dai tempi di Mussolini. È sopravvissuto a un numero impressionante di previsioni di una sua imminente caduta. Tuttavia, nonostante il suo successo personale, è stato un disastro come leader della nazione. In tre modi diversi. Due di essi sono ben noti. Il primo è la scandalosa saga dei festini sessuali “bunga bunga”, uno dei quali ha provocato lo spettacolo poco edificante di un primo ministro processato a Milano con l’accusa di aver avuto rapporti sessuali a pagamento con una minorenne. Il processo Rubygate ha umiliato non soltanto Berlusconi, ma il paese intero.
Per quanto vergognoso sia stato lo scandalo sessuale, il suo impatto sulle decisioni politiche di Berlusconi è però stato abbastanza limitato, per cui questo giornale lo ha ampiamente ignorato. Ma abbiamo a lungo denunciato la sua seconda mancanza: le sue macchinazioni finanziarie. Nel corso degli anni il Cavaliere è stato accusato più di una dozzina di volte di frode, falso in bilancio e corruzione
I suoi difensori affermano che non è mai stato condannato, ma non è vero. Molti processi hanno prodotto condanne, che sono state accantonate per via di complesse limitazioni – almeno in due casi perché Berlusconi ha personalmente cambiato la legge. Ecco perché nell’aprile 2001 questo giornale aveva sostenuto che egli non era adatto a governare l’Italia.
Non abbiamo trovato motivi per cambiare quella conclusione. Continua a leggere “L’uomo che ha fottuto un intero paese”