Si è lanciata da una finestra del sesto piano a Roma. Fakhra Younas, l’ex danzatrice pakistana sfregiata dal marito con l’acido, autrice del libro “Il volto cancellato”, è morta sabato scorso intorno alle 11.30 in via Segre, nel quartiere di Tor Pagnotta. Diventata un simbolo per molte donne islamiche, Fahkra viveva in Italia dal 2001 insieme al figlio Nauman, che oggi ha 17 anni. Era fuggita da Karachi, in Pakistan, dopo che il marito l’aveva sfigurata con l’acido nel sonno perché lei gli aveva chiesto il divorzio. Si era sottoposta a ben 39 interventi chirurgici per tentare di riavere il suo volto, ma non si era mai ripresa e aveva già tentato tre volte il suicidio. Negli ultimi tempi non si presentava più alle visite con il suo psichiatra. Il professor Valerio Cervelli, il chirurgo plastico che l’ha operata 39 volte e l’ha sempre seguita, quando ha saputo della morte di Fakhra ha pianto. “L’ho sentita per l’ultima volta due settimane fa e fisicamente stava bene, ma a volte le ferite interiori sono molto più difficili da curare e penso siano queste ad averla spinta a questo gesto”. Seguita da uno psichiatra, negli ultimi tempi non si presentava più agli appuntamenti. “Non doveva mai essere lasciata sola – ha spiegato una delle operatrici che l’ha assistita durante il periodo di permanenza nella casa di accoglienza madre-bambino dell’Infernetto – Per questo, quando la trasferirono nell’appartamento del residence di Tor Pagnotta, dove avrebbe dovuto essere autonoma, eravamo preoccupate. Senza una continua assistenza si sentiva abbandonata”. Il suo corpo è rimasto ai piedi del residence comunale “Madre Teresa” fino all’arrivo del figlio da scuola.