Il professor Enrico Terrinoni, docente all’Università di Roma Tre, ha firmato la bella recensione del mio “Storia del conflitto anglo-irlandese” che è uscita ieri su Il Manifesto.
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Una lettura che voleva essere di parte
L’avvio del nuovo anno è propizio per rispondere ad alcune critiche che ha ricevuto il mio libro “Storia del conflitto anglo-irlandese”, che in più occasioni è stato definito “un libro di parte”. La pensano in questo modo, ad esempio, Giuseppe Gagliano dalle pagine del suo blog di recensioni librarie e un lettore dal forum “Irlandando”. Credo che siano critiche comprensibili e sostanzialmente corrette, anche se nascono da un equivoco di fondo. Il libro voleva proprio essere ‘una lettura di parte’ e nella sua stesura non ho mai cercato l’equidistanza. Ciò che mi proponevo di ricostruire non era tanto la storia del conflitto nella sua organicità: intendevo piuttosto delinearne le cause e le implicazioni, soprattutto quelle di carattere culturale. Voleva essere, questo sì, un “libro nero” della lunghissima esperienza del colonialismo inglese in Irlanda. Per questo motivo non mi sono soffermato sulla genesi del movimento repubblicano, su alcune figure chiave del nazionalismo irlandese, e neanche sulle operazioni compiute dall’I.R.A. nel corso degli anni. Atti, questi ultimi, che in alcuni casi ritengo siano stati del tutto ingiustificabili, ma che in molti altri si configurano invece come atti di guerra contro un esercito occupante, e come tali rientrano in un percorso di strenua resistenza contro un potente invasore. Ho insomma cercato, nel mio piccolo, di ribaltare la tesi da sempre portata avanti dalla propaganda britannica, che ha cercato in tutti i modi di descrivere l’I.R.A. come la causa del conflitto – invece che la sua diretta conseguenza – e ha cercato di trasformare un’insurrezione anticoloniale in una sorta di cospirazione criminale. Mi pareva opportuno risalire alle lontane origini di un conflitto che ha conosciuto la sua ultima fase nel nord dell’Irlanda tra il 1969 e il 1998 (periodo durante il quale sono stati contati quasi 4000 morti, decine di migliaia di feriti e sfollati, la distruzione di famiglie e città nel cuore dell’Europa occidentale). Ma che rappresenta soltanto l’estrema punta dell’iceberg di una storia di oppressione e sterminio lunga otto secoli, che ancora oggi fa sentire le sue tragiche conseguenze, attraverso una pace priva di un’effettiva riconciliazione. Ancora oggi l’entità geopolitica artificiale che si chiama “Irlanda del nord”, disegnata col righello ormai quasi 90 anni fa per creare una maggioranza protestante all’interno di un paese a stragrande maggioranza cattolica, rappresenta un’anomalia europea, un bubbone che non potrà essere rimosso fino a quando l’isola non sarà finalmente riunificata. Ci tengo infine a chiarire l’equivoco dal quale sono nate le critiche e che deriva anzitutto dal titolo del libro. Nelle fasi che hanno preceduto l’uscita del volume, ho cercato a lungo di far capire all’editore Odoya – che si è coraggiosamente sobbarcato in toto l’onere della pubblicazione senza alcun aiuto o finanziamento esterno– che un titolo così generico avrebbe inevitabilmente suscitato delle critiche e avrebbe potuto addirittura lasciare perplesso un lettore che vi si fosse avvicinato alla ricerca di una lettura completa dell’intera vicenda. Non sono riuscito, ahimé, a convincerlo e adesso i fatti sembrano darmi ragione.
RM
Olocausto irlandese, sabato 12 presentazione a Firenze
Una serata dedicata all’Irlanda, alla plurisecolare storia del colonialismo inglese e alle prospettive del processo di pace si terrà sabato 12 dicembre alle 21,30 all’Archivio ’68 di Firenze (via G. Orsini 44) con l’evento dal titolo “Irlanda del Nord, un conflitto dimenticato”, all’interno del quale sarà anche presentato il mio libro. Insieme al sottoscritto ci saranno Sara Parmigiani, autrice e redattrice dell’ottimo blog The Five Demands, la giornalista Giulia Caruso e il portavoce in Italia del Republican Sinn Fein, Massimiliano Vitelli.
Raccontare l’Olocausto irlandese in casa degli inglesi
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Buona la prima. Il battesimo pubblico del “Libro nero” del colonialismo inglese in Irlanda si è tenuto mercoledì scorso alla biblioteca del British Institute di Firenze, uno dei più importanti istituti culturali britannici al di fuori del Regno Unito. Forse nessuno lo racconterà mai al Principe Carlo (che è il principale sostenitore del prestigioso centro), ma siamo comunque grati alla sua direzione per averci consentito questo piccolissimo ‘golpe’ per il quale non nascondiamo un pizzico d’orgoglio. La serata è stata molto piacevole e la cinquantina di persone presenti ha mostrato di apprezzare la formula della performance, piuttosto che la classica presentazione. E’ stato un vero privilegio avere il commento musicale dei Whisky Trail – da oltre trent’anni veri e propri ambasciatori della musica e della cultura irlandese in Italia – a intervallare il percorso narrativo che ha seguito a grandi linee lo schema del libro insieme alle letture di Maurizio Novigno tratte dalle citazioni di storici, scrittori e politici citate nel volume. Le foto che scorrono qui sopra sono state scattate da Folco Salani. Un ringraziamento particolare va agli amici venuti da Livorno e, soprattutto, da Mantova.
“Olocausto irlandese”, il 16 settembre alla British Library di Firenze
Mercoledì 16 settembre (ore 18) si terrà a Firenze la prima presentazione pubblica del mio libro “Storia del conflitto anglo-irlandese”. Saremo ospiti della splendida sala Ferragamo presso la biblioteca del British Institute (Lungarno Guicciardini 9), che ha accettato di presentare in casa propria un volume che è stato concepito come un atto di denuncia contro la plurisecolare politica di Londra in Irlanda. Non sarà una presentazione tradizionale, ma una performance con gli apprezzatissimi Whisky Trail (gruppo di musica irlandese sulla breccia da oltre trent’anni, quindi da ben prima che questa divenisse una moda), le letture di Maurizio Novigno tratte dal libro e un apparato di immagini che seguirà la narrazione.
Irlanda. Un Olocausto lungo otto secoli
16 settembre 2009, ore 18
Musica dei Whisky Trail – letture di Maurizio Novigno
Biblioteca del British Institute
Sala Ferragamo
Lungarno Guicciardini 9
Firenze
Ingresso libero
Olocausto irlandese, il libro presentato su Radio Rai
Il collega Alessandro Forlani, redattore di Radio Rai Parlamento, ha ospitato qualche giorno fa un’ampia presentazione di “Storia del conflitto anglo-irlandese” in una puntata della sua bella rubrica sui libri “Pagine in frequenza”.
Il podcast dell’intervista può essere scaricato qui
Olocausto irlandese: Giorello su “La Stampa” di oggi
Olocausto irlandese (2)
L’introduzione di “Storia del conflitto anglo-irlandese – Otto secoli di persecuzione inglese” è uscita oggi nelle pagine della cultura del quotidiano “Avvenire”. Il volume arriverà nelle librerie tra una settimana ed è già acquistabile on-line dal sito della casa editrice.
Olocausto irlandese
Eccolo qua, con la copertina e il titolo in versione definitiva. In libreria arriverà il 2 luglio e nei prossimi giorni uno stralcio dell’introduzione uscirà in anteprima su “Avvenire”. Perdonate l’autorefenzialità di questo post, ma non nascondo un po’ di orgoglio, anche perché tutto ciò mi è costato quasi sei anni di lavoro. Il risultato è il “Libro nero” degli inglesi in Irlanda, delle persecuzioni e del razzismo che gli irlandesi hanno subito per oltre ottocento anni, nel corso della più lunga esperienza coloniale di tutti i tempi. Basato su fonti storiche in gran parte inedite in Italia ma anche su testi letterari, interviste e racconti di vita quotidiana, il libro ripercorre con taglio divulgativo le principali fasi storiche tenendo ben presenti i suoi aspetti culturali. Cercando di evidenziare quella linea di continuità intrisa di disprezzo e razzismo, morte e distruzione causati dalla politica inglese, che ha trovato inequivocabili rappresentazioni nella letteratura, nella satira, nel giornalismo e nel linguaggio popolare. Le parole in proposito più sensate, in tempi recenti, le ha pronunciate l’inglesissimo Ken Livingstone, sindaco laburista di Londra dal 2000 al 2008, quando ha detto: “Quello che hanno fatto gli inglesi in Irlanda è molto peggio di ciò che Hitler ha fatto agli ebrei. Non ce ne rendiamo conto solo perché l’abbiamo fatto in oltre ottocento anni, invece che soltanto in sei.” E in effetti questo libro avrei voluto intitolarlo proprio “Olocausto irlandese”, ma l’editore (Odoya di Bologna) ha optato per una soluzione diversa, più generalista, che non rispecchia propriamente il contenuto del libro, ma forse lo rende commercialmente più appetibile. Vedremo. Comunque sia, l’obiettivo che mi ero prefissato, fin dal momento in cui ho deciso di imbarcarmi in questo progetto (sicuramente velleitario, visto che attraversa otto secoli di storia) era quello di fugare i ricorrenti equivoci circa le responsabilità inglesi in un conflitto che ha funestato l’Irlanda fino a pochi anni fa e tuttora ne avvelena il presente. Giulio Giorello, forse il più famoso epistemologo italiano vivente, ha scritto un’appassionata prefazione al volume. Oltre a essere titolare della cattedra di filosofia della scienza alla Statale di Milano ed editorialista del “Corriere della Sera”, Giorello è anche un grande esperto di vicende irlandesi.
RM