Il Venerdì di Repubblica, 9.12.2016
C’era una volta il leader politico più rispettato e temuto di tutta l’Irlanda, l’icona vivente che infiammava i cuori degli indipendentisti irlandesi, l’uomo capace di dare una svolta al più lungo conflitto europeo del dopoguerra. Oggi Gerry Adams, 68 anni appena compiuti, siede tra i banchi dell’opposizione del Senato e qualche settimana fa, durante un acceso dibattito parlamentare, ha zittito un avversario gridandogli “i miei orsacchiotti sono vergini”. Una frase da teatro dell’assurdo, da far invidia a Samuel Beckett, in realtà un riferimento alla clamorosa svolta “social” dello stesso Adams. Molti anni dopo la firma dello storico accordo di pace che nel 1998 portò la pace a Belfast e dintorni, il presidente indiscusso del partito repubblicano Sinn Féin ha infatti rivelato di avere interessi a dir poco singolari, facendo conoscere un lato del suo carattere che nessuna biografia era stata finora in grado di raccontare. La “confessione” è avvenuta sul profilo Twitter che Adams cura personalmente da qualche anno, e che è popolato da orsetti di peluche, paperelle di gomma, fiori, torte e cani. Una sera ha scritto: “Troppo stanco per twittare. Sono a letto. Col mio orsacchiotto”. In un altro tweet ha mostrato i regali che aveva appena ricevuto: “paperelle nuove. Si illuminano. Mi hanno fatto felice per Natale”. Mesi dopo, le stesse paperelle sono comparse in un altro tweet che mostrava la sua collezione di pennuti di gomma schierata sul bordo della vasca, prima di cominciare il bagnetto. Alle foto degli animali finti alterna le immagini di quelli veri, le torte che decora personalmente e i giochi che fa col nipotino, corredando il tutto con un linguaggio infantile, “ho sognato che stavo mangiando un tiramisù. Quando mi sono svegliato avevo il cuscino e la barba ricoperti di crema e cioccolato”, oppure “sono in parlamento. Pensavo di avere una penna in tasca, invece era lo spazzolino. Che sciocco!”.
In questa finestra inedita e soprendente sulla sua vita c’è molto spazio per quello che mangia, per la musica che ascolta e per i suoi passatempi da bambino molto cresciuto. I tweet di argomento politico sono invece rari e poco rilevanti. La presenza di Gerry Adams su Twitter ha assunto contorni grotteschi da almeno tre anni, ed è confluita in un curioso libretto (My Little Book of Tweets) con una prefazione firmata a quattro mani – o meglio, a quattro zampe – da Tom e Ted, i suoi orsacchiotti preferiti. In copertina c’è lui che fa un selfie con una capretta. Scelte editoriali assai curiose per un leader riconosciuto in tutto il mondo per il suo carisma e la sua proverbiale freddezza, che finora aveva pubblicato serissimi saggi sul conflitto irlandese tradotti e che due anni fa è stato arrestato con l’accusa di essere implicato nell’omicidio e nell’occultamento del cadavere di una donna, nel lontano 1972. Anche chi in un primo momento aveva avanzato dubbi sulla sua sanità mentale si è ormai convinto che si tratta di un’astuta strategia che gli ha già portato molti più follower di alcuni divi del rock, l’ultima frontiera del machiavellismo di un leader con qualche scheletro nell’armadio, che tenta di costruirsi un’immagine edulcorata fino al parossismo. Per farsi accettare anche da chi lo identifica ancora con la lotta armata dell’IRA, deve rifarsi una verginità. Proprio come i suoi orsacchiotti.
RM